Ed è il capogruppo Udc in consiglio comunale D. Ferreri ad aprire il secondo fronte contestando al sindaco la discrepanza tra il peso del gruppo Udc in termini di voto e il corrispettivo all'Udc in termini decisionali. Tale richiesta di pari dignità e maggiore coinvolgimento del gruppo Udc non sarebbe rivolta solo al sindaco Penazzi ma inspiegabilmente anche al suo vicesindaco Anzola che è un esponente della sua stessa compagine. Eppure sembra che il terremoto ci sia già stato e queste siano solo scosse d'assestamento e la situazione non sia grave al punto da far dichiarare a Ferreri la sua intenzione di staccare la spina all'amministrazione anche se - leggendo le dichiarazioni da lui rilasciate alla Provincia - si avverte un tensione che potrebbe essere placata solo da una seria "verifica di maggioranza". "Anzola - dice il capogruppo Udc - si comporta esattamente come membro di una consorteria che decide in proprio senza cercare il consenso o perlomeno il parere degli altri. Di fatto - conclude Ferreri - sono mesi che non si riesce a dialogare né col sindaco né col suo vice". Riguardo all'ipotesi di un ritorno di Pavesi poi Ferreri si dimostra freddo attribuiendola al riemergere di giochetti della vecchia politica.
Viadana. Si apre un secondo fronte per l'amministrazione
Anche in casa Udc si avvertono tensioni: problemi sia col sindaco che col vice
Dopo quello del Pd si apre un nuovo fronte (Udc) nella crisi politica che improvvisamente ha colpito l'amministrazione viadanese dopo che - le dimissioni del segretario del Pd viadanese - avevano innescato una reazione a catena che inspiegabilmente ma inesorabilmente era giunta perfino a ipotizzare un ribaltone con ritorno di Pavesi a sindaco di Viadana.
Ed è il capogruppo Udc in consiglio comunale D. Ferreri ad aprire il secondo fronte contestando al sindaco la discrepanza tra il peso del gruppo Udc in termini di voto e il corrispettivo all'Udc in termini decisionali. Tale richiesta di pari dignità e maggiore coinvolgimento del gruppo Udc non sarebbe rivolta solo al sindaco Penazzi ma inspiegabilmente anche al suo vicesindaco Anzola che è un esponente della sua stessa compagine. Eppure sembra che il terremoto ci sia già stato e queste siano solo scosse d'assestamento e la situazione non sia grave al punto da far dichiarare a Ferreri la sua intenzione di staccare la spina all'amministrazione anche se - leggendo le dichiarazioni da lui rilasciate alla Provincia - si avverte un tensione che potrebbe essere placata solo da una seria "verifica di maggioranza". "Anzola - dice il capogruppo Udc - si comporta esattamente come membro di una consorteria che decide in proprio senza cercare il consenso o perlomeno il parere degli altri. Di fatto - conclude Ferreri - sono mesi che non si riesce a dialogare né col sindaco né col suo vice". Riguardo all'ipotesi di un ritorno di Pavesi poi Ferreri si dimostra freddo attribuiendola al riemergere di giochetti della vecchia politica.
Ed è il capogruppo Udc in consiglio comunale D. Ferreri ad aprire il secondo fronte contestando al sindaco la discrepanza tra il peso del gruppo Udc in termini di voto e il corrispettivo all'Udc in termini decisionali. Tale richiesta di pari dignità e maggiore coinvolgimento del gruppo Udc non sarebbe rivolta solo al sindaco Penazzi ma inspiegabilmente anche al suo vicesindaco Anzola che è un esponente della sua stessa compagine. Eppure sembra che il terremoto ci sia già stato e queste siano solo scosse d'assestamento e la situazione non sia grave al punto da far dichiarare a Ferreri la sua intenzione di staccare la spina all'amministrazione anche se - leggendo le dichiarazioni da lui rilasciate alla Provincia - si avverte un tensione che potrebbe essere placata solo da una seria "verifica di maggioranza". "Anzola - dice il capogruppo Udc - si comporta esattamente come membro di una consorteria che decide in proprio senza cercare il consenso o perlomeno il parere degli altri. Di fatto - conclude Ferreri - sono mesi che non si riesce a dialogare né col sindaco né col suo vice". Riguardo all'ipotesi di un ritorno di Pavesi poi Ferreri si dimostra freddo attribuiendola al riemergere di giochetti della vecchia politica.