Isaia Lazzari, Mostra presso il Ridotto del Teatro Comunale di Casalmaggiore (CR)
15 marzo – 13 aprile 2014
«Capita che entrando nel mio studio io stesso rimanga sorpreso di quel che ho creato. Anche a volerle rifare uguali, alcune opere, mi è impossibile riuscirci. Perché certi attimi e stati d'animo non sono imitabili. Sono unici. E resteranno tali. Me lo confermano le mie sculture»
Verrà inaugurata sabato 15 marzo alle ore 17,00 la mostra personale di Isaia Lazzari, nato e residente a Scandolara Ravara, allievo dello scultore cremonese Dante Ruffini. Nel Ridotto del Teatro Comunale troveranno spazio alcune delle sue opere più significative, realizzate dal 1958 ai giorni nostri, in una antologica curata da Ugo Bergamaschi, docente di Storia delle Arti applicate presso l’Accademia di Belle Arti Cignaroli di Verona: “L’arte di Lazzari non è facile da catalogare in qualche corrente artistica già nota. La sua ricerca si basa sulla espressività della materia che spazia dalla pietra al marmo, dal bronzo alla terracotta: materie non solo da plasmare e rendere soggetti inanimati, ma da trasformare in opere che racchiudono un'immagine, uno stato d'animo, una emotività che lo scultore trasmette all’osservatore. Artista di grande sensibilità e dal linguaggio raffinato, si esprime con dolcezza e spiritualità, rendendo ogni epoca un’emozione unica e non ripetibile. La sua arte è da considerare sacra nel senso pieno del termine”. (Ugo Bergamaschi)
Diverse sue realizzazioni sono visibili al pubblico grazie ai lavori realizzati in alcuni Comuni del circondario: il “Monumento ai caduti di Nassiriya” a Martignana di Po, la “Madonna con ammalata orante” alla Fondazione Germani di Cingia de’ Botti, il “Girotondo dell’amicizia” presso il parco comunale sempre di Cingia.
La mostra di Isaia Lazzari resterà aperta fino al 13 aprile, nei giorni dal venerdì alla domenica, dalle 15,00 alle 19,00. Si ringrazia Ceramicarte per la collaborazione. Ingresso libero. Info 0375 284424
Entrando nella bottega di Isaia Lazzari, a Scandolara Ravara, si ha come l'impressione di fare ingresso in una parte, bella e coinvolgente, della sua vita. Ci sono statue sacre, ma anche soggetti profani. Marmo, terracotta e bronzo sono i materiali con i quali Lazzari ama lavorare. Materie da plasmare e trasformare in soggetti visti ed interiorizzati. Ogni opera racchiude un'immagine, ma anche uno stato d'animo, un'emozione che allo scultore piace donare al pubblico senza alcun “vincolo” di significato: «Non amo dare nomi o titoli alle mie sculture – dice -, preferisco che il fruitore si senta libero di leggervi quel che crede e sente. Poi, alcune volte, mettere una targhetta vicino a una scultura è indispensabile, ma non è una prassi a me particolarmente cara». E' questo, del resto, uno dei significati più profondi del lavoro dell'artista: lasciare che le proprie creazioni parlino, liberamente, al pubblico che le guarda.
Katia Bernuzzi
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